Time to Be ‘Real’
Time to Be Real: “Be Real! Lo facciamo assieme? Dai, sistematevi e tu pulisci la fotocamera. Scatta!”
In quanti aspettiamo giornalmente questa notifica? Possibilmente, in un momento in cui stiamo facendo qualcosa di interessante o siamo in un bel posto, per stuzzicare l’attenzione altrui.
Be Real è stato ideato in Francia da Alexis Barreyat e Kévin Perreau. C’è dal 2020, ma spopola in Italia solo quest’anno. Tutti presi dal nuovo social in cui in un determinato momento della giornata bisogna scattare due foto entro due minuti, una dalla fotocamera interna e una da quella esterna.
Lo scopo dell’app sarebbe quello di mostrare attimi della propria quotidianità, cosa si sta facendo in quel preciso momento. Quest’ultimo viene deciso dall’app stessa, così si invertono i ruoli sulla piattaforma: non sei tu a decidere quando entrare sul social per postare, ma l’app che te lo richiede giornalmente.
L’obiettivo è quello di eliminare filtri e like: si è costretti a mostrarsi senza effetti aggiuntivi. Per questo, Be Real appare in antitesi ai 2 social predominanti – Instagram e Tik Tok – entrambi caratterizzati dalla possibilità di inserire filtri.
Sembra utopistico nel 2022 permettersi di mostrarsi in un social senza filtri. Ma è davvero così?
In parte sì: realmente l’app non permette l’uso di questi, ma noi utenti riusciamo sempre a trovare scappatoie. La prima di queste è postare ore dopo la notifica. Tuttavia, se si pubblica oltre il tempo stabilito, l’app specifica nel tuo post che sei in ritardo e di quanto; questo per sottolineare che le foto non sono davvero reali. Probabilmente, l’app non dovrebbe permettere di pubblicare dopo tante ore dalla notifica così da raggiungere il suo obiettivo; così, la gente sarebbe – se lo vuole – ‘costretta’ a pubblicare quando vede la notifica entro il tempo stabilito, consapevole che dopo non potrebbe più farlo. Più che altro, se si aspetta il momento in cui ci si veste, ci si trucca e si esce, non si è più reali.
Ovviamente, aspettiamo il momento in cui siamo considerati più accettabili possibili per la società, anche dentro un social media che permetterebbe il contrario.
Anche se scattiamo la foto in tempo, se non ci piace – perché non siamo venuti bene – possiamo rifarlo, ma verrà sottolineando il numero di ‘re-take’, quindi gli altri utenti sapranno quante volte hai riscattato la foto; un compromesso accettabile. Anche qui però i più esperti sono riusciti a trovare un sotterfugio: se si chiude l’app e si riapre rifacendo il Be Real non spunterà il numero di re-take passati.
Proviamo addirittura a dissimulare la realtà: fare un Be Real provando a far credere sia davvero reale. Se ci siamo appena svegliati proviamo a pettinarci i capelli in quei due minuti disponibili o se siamo struccate proviamo a metterci in una posizione tale da non farlo notare troppo.
L’idea iniziale dei creatori di Be Real era brillante, ma irrealizzabile. La verità è che nessun social riuscirà a nascondere quella ricerca spasmodica di fruizione della realtà che risiede in noi stessi. Troviamo sempre il modo di ingannare l’app e gli altri. Non c’è modo, non ci piace proprio apparire reali, questo perché per alcuni il giudizio altrui è sempre dietro l’angolo. Ci vergogniamo di apparire come siamo perché non ci piacciamo, o più che altro non ci piace l’idea di non apparire desiderabili: sempre secondo quei terribili stereotipi che filtrano la nostra società rendendola altamente tossica.
Io stessa non riesco a pubblicare una foto senza l’approvazione dei miei amici perché ho sempre paura. Ho paura di non rispettare i canoni che critico.
Questo accade a molti di noi perché siamo consapevoli di tutti i vincoli dell’ambiente in cui viviamo, li riconosciamo e critichiamo, lottiamo per cambiarli e aiutiamo gli altri dicendo: “la bellezza è soggettiva”.
Ma quando tocca a noi, tutto cambia. Dobbiamo rientrare dentro gli schemi e far notare che li rispettiamo attraverso i post su Instagram, i video su Tik-Tok e le foto su Be Real. In quei due minuti disponibili dobbiamo mostrare che, anche se colti alla sprovvista, in ogni momento della giornata siamo sempre perfetti: come se ci svegliassimo già con trucco e piega fatta o barba tagliata, senza occhiaie, impeccabili e fotogenici. Non riusciamo a normalizzare la normalità. Non ci perdoniamo e non accettiamo nessuna imperfezione, a costo di scattare il proprio Be Real dopo ore, tutti sistemati e mentre facciamo qualcosa di interessante.
Tuttavia, si può pubblicare il proprio aperitivo, la propria passeggiata pomeridiana e la propria cena anche su Instagram. Su Be Real postiamo la realtà: siamo a letto a scrollare su e giù Tik Tok senza fare nulla di interessante, sicuramente è anche quello che starà facendo molta altra gente. Non aspettare di fare qualcosa di interessante per poi dire: “ora pubblico il mio Be Real”. Se hai installato questa app, vuol dire che vuoi condividere i tuoi attimi di quotidianità con i tuoi amici: allora fallo. Non vergognarti di nulla.
Chissà se questa app ci aiuterà ad accertarci esteticamente davanti a una fotocamera e chissà se Be Real, dopo i primi mesi di gloria, durerà o avrà la stessa breve vita di Houseparty. Ci stuferemo anche di Be Real e chiuderà presto o avrà lunga durata come Instagram?
Staremo a vedere; nel frattempo, da pochi giorni, inizia a farsi conoscere un nuovo social: “It’s Kiwi time”!