Il NextGeneration EU e Patto di Stabilità e Crescita: un futuro incerto tra spinte sovraniste e false speranze

In data 6 marzo, si è svolta una nuova conferenza patrocinata dal gruppo dei Giovani Federalisti Europei, nel contesto del percorso “Road to Elections”, che si pone come obiettivo quello di sviluppare la consapevolezza del pubblico che per la prima volta ha la responsabilità di decidere i destini del Parlamento Europeo attraverso il voto del prossimo giugno. Il focus di questo incontro, che ha visto la partecipazione della prof.ssa Luisa Antoniolli, docente di Diritto Privato comparato presso la facoltà di Giurisprudenza, e del prof. Roberto Tamborini, ordinario di Economia Politica presso la facoltà di Economia e Management, è stato posto sulle tematiche che hanno monopolizzato nei mesi passati il dibattito politico e pubblico degli ultimi anni: il NextGenerationEU e il nuovo Patto di Stabilità e Crescita. Le tematiche trattate fluiscono come risultato della necessità oggettiva di una sempre più necessaria integrazione economica che fatica a trovare un riscontro politico. È proprio nella ricerca di questo riscontro che si pone l’operato di gruppi ed associazioni come i GFE (Giovani Federalisti Europei), che si pongono quotidianamente in prima linea per portare avanti la causa dell’integrazione europea e garantire una corretta comprensione di quello che questo importante progetto potrebbe divenire da qui a pochi anni.

Sin dal periodo immediatamente precedente allo scemare della pandemia, che ha piegato l’economia globale, ed in particolare le già fragili economie dell’Eurozona, il dibattito politico europeo si è mosso al fine di garantire un corretto piano di riprese e risanamento che fosse orientato a tutto il continente. Per poter comprendere a fondo la natura del NexGen è tuttavia necessario fare un passo indietro, poiché è proprio nel solco di un’altra crisi, quella dei debiti sovrani, che ebbe luogo nel 2010, che gli organi europei hanno voluto attrezzarsi di strumenti-paracadute per la salvaguardia dell’economia dell’area euro (come ad esempio il MES, volgarmente noto come “fondo salva-stati”). Memori degli scarsi risultati che la sola austerity portò nella gestione della crisi economico-finanziaria greca tra il 2009 ed il 2011, i nuovi strumenti sono atti anche a rilanciare l’economia, oltre che a risanarla.

Con la generale incertezza economica portata dalla pandemia agli inizi del 2020, la commissione europea ha voluto stanziare nuove risorse, oltre a quelle del Quadro Finanziario Pluriennale (QFP), che da anni finanziano opere e progetti su tutto il territorio dell’unione da tempo per il valore di circa 1000 Mld di euro. Queste risorse vengono racchiuse nel progetto del NextGenerationEU, per il valore di 800mld di euro, derivanti dagli stessi elementi che andavano a strutturare il bilancio a lungo termine dell’unione, ovvero: i dazi doganali, i contributi degli stati membri basati sull’imposta al valore aggiunto (IVA), i contributi sul reddito nazionale lordo (RNL) e, dal 1º gennaio 2021, inoltre, tra le fonti di entrate per il bilancio dell’UE è stato introdotto un nuovo contributo nazionale basato sui rifiuti di imballaggi di plastica non riciclati (primo elemento di fiscalità condivisa dell’UE). Ciò che ha fatto discutere i più sovranisti e riacceso la speranza dei più europeisti è stata la scelta di finanziare questo ingente pacchetto di sostegno economico con l’emissione di debito comune europeo, grazie all’erogazione dei cosiddetti Eurobond. I fondi del NGEU, dopo una lunga e complicata trattazione politica, sono stati accolti dagli osservatori come un primo grande passo di integrazione non solo economica, ma anche politica del continente; ma ad oggi sembra dipanarsi davanti ai nostri occhi uno scenario molto meno roseo per l’integrazione europea di quello che in molti si erano augurati. Certamente grazie ai piani di Recovery and Resilience, finanziati con le risorse del NexGen, l’economia della zona euro sembra essere sul punto di ripartire, ma è necessario tenere a mente quando si parla di NextGenerationEU, che si tratta di una misura “One shot” appositamente sviluppata per affrontare lo shock portato dalla crisi pandemica.

Malgrado in molti sperino che l’enorme precedente creatosi con l’emissione di debito comune possa essere un primo passo verso l’integrazione politica dell’unione, la direzione che sembra prospettarsi per il prossimo futuro lascerebbe intendere una profonda mancanza di volontà politica nella ricerca della cooperazione tra stati del continente. Il PSC (Piano di Stabilità e Crescita) ha lo scopo di definire il quadro normativo dei vincoli di disciplina fiscale sanciti nel Trattato di Maastricht (Art. 104 C), e pone i fondamenti per delle regole e dei vincoli fiscali in linea con i trattati istitutivi europei. Questi strumenti si sono man mano sviluppati nel tentativo rispondere alle necessità che si sono presentate nell’arco degli ultimi trent’anni, in risposta ad uno dei periodi più travagliati dell’economia globale. Parlando in termini generali, il consenso allo sviluppo di tale piano deriva dal fatto che l’appartenenza ad un’unione monetaria richiede due esigenze fondamentali: La politica monetaria unica, fornire scarse garanzie per la protezione dei singoli paesi in caso di crisi locali; e la regolazione delle dinamiche di quieto vivere comune tra stati europei. Nel corso degli anni questo strumento è stato più volte ricalibrato e modificato, mantenendo però un altissimo grado di sovranità dei singoli bilanci nazionali, appesantendo notevolmente il processo di integrazione europeo. Tale strumento, nato per garantire lo sviluppo di una politica che rispettasse le singole volontà dei singoli bilanci nazionali, trapiantandoli sul piano europeo, si è in realtà rivelato una pesantissima zavorra per l’integrazione Europea di domani, soprattutto in virtù della invincibile sfiducia reciproca che sta alla base di qualsiasi relazione economica tra stati europei.

Una soluzione per risolvere, almeno sul livello pratico, i limiti di progetti a colpo singolo e piani pluriennali condivisi limitanti potrebbe essere proprio il superamento dei vincoli portati dagli stessi trattati istitutivi, che tutt’oggi risentono delle pressioni degli storici stati frugali (Svezia, Olanda, Austria etc.), e portare al superamento dell’ormai antica dinamica dell’Europa dei piccoli passi, e che tanto ha caratterizzato l’Europa delle piccole patrie del secolo scorso e che fatica a lasciare posto alla grande Europa di domani. La nostalgia per l’Europa di ieri è ben esemplificata dalla pedanteria delle ultime modifiche apportate al PSC, il quale è divenuto un triste esempio della sfiducia reciproca intrinseca alle classi dirigenti europee e che, con ogni pronostico troverà riscontro nella prossima composizione del parlamento Europeo. Per superare queste dinamiche, non si può permettere che strumenti come il NextGenerationEU restino una perentesi, un precedente; è nel solco di questi strumenti che dovrebbe rinascere la comune fiducia tra popoli, che dovrebbe condurre il continente verso l’unificazione.

Il futuro dell’Unione Europea appare essere grigio non solo per i venti di guerra sulle pianure dell’est, ma anche per la necessità di combattere uno scenario politico e ideologico ben radicato in quella che è la naturale diffidenza dell’uomo verso ciò che è percepito come diverso ed estraneo. Solamente quando, finalmente, i popoli europei ritroveranno la fiducia reciproca essi torneranno a percorrere la retta strada della fratellanza e della prosperità, che l’eredità storica, culturale, tecnologica ed economica della nostra comunità porta in seno. Ed è proprio in virtù di questo futuro che le nuove generazioni di Popolari, Liberali e Socialisti debbono volgere i loro traguardi, ponendoli come obiettivi per ciascun cittadino che tra il 6 ed il 9 di giugno di quest’anno ha il sacro dovere di votare per le elezioni europee.

Fonti:

Appunti conferenza GFE 06/03/2024

Materiali messi a disposizione dal Prof. Tamborini.

https://commission.europa.eu/strategy-and-policy/recovery-plan-europe_it#finanziare-il-bilancio-a-lungo-termine-e-nextgenerationeu

https://eu-solidarity-ukraine.ec.europa.eu/eu-assistance-ukraine_it

https://www.bancaditalia.it/media/fact/2019/mes_riforma/index.html

https://osservatoriocpi.unicatt.it/ocpi-pubblicazioni-il-comma-22-del-debito-europeo

https://www.ubs.com/it/it/assetmanagement/insights/market-updates/articles/global-public-debt.html#:~:text=Da%20un%20punto%20di%20vista,Ripresa%20e%20Resilianza%20(PNRR).

https://www.mef.gov.it/focus/Il-Piano-Nazionale-di-Ripresa-e-Resilienza-PNRR/#:~:text=Il%20Piano%20Nazionale%20di%20Ripresa%20e%20Resilienza%20(PNRR)%20si%20inserisce,in%20risposta%20alla%20crisi%20pandemica.

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