“Decarbonizziamo Unitn!” L’11 settembre una manifestazione per il clima in Piazza d’Arogno a cura di Clima3T

“Cosa vogliamo?” “La decarbonizzazione di UniTrento! “Quando la vogliamo?!'” “Ora!” gridano in coro i partecipanti della manifestazione per il clima organizzata da Clima3T, in collaborazione con le associazioni studentesche UDU, UniTin, ADI e Urla. Clima3T è un’associazione universitaria di venti studenti volontari che dal 2021 si impegna nell’attivismo climatico, organizzando eventi e dibattiti che mirano a decarbonizzare e rendere più green l’università di Trento e facendo cultura sulla crisi climatica e su come affrontarla in modo consapevole.

Sono tre le campagne per cui i volontari si battono con dedizione e determinazione, e tutte mirano alla mitigazione climatica di Unitn e alla riduzione della sua impronta di C02, che riguarda tre campi principali: il sistema energetico di riscaldamento a gas naturale inquinante, lo spreco alimentare e l’alto impatto energetico del cibo nelle mense universitarie, e il sistema dei trasporti – studenti lavoratori, docenti e ricercatori, Personale Tecnico e Amministrativo (PTA) e Collaboratori ed Esperti Linguistici (CEL), non potendo aderire alla Libera Circolazione, non sono incentivati all’uso dei mezzi pubblici.
I dati sono abbastanza scoraggianti, se si pensa che Unitn ha sottoscritto le linee guida UE nel Piano strategico di Ateneo, che prevede la riduzione del 55% di emissioni gas serra entro il 2030 e il raggiungimento dello zero netto nel 2050. Se non si attuano soluzioni e finanziamenti concreti per il cambiamento, questo piano rischia di finire nel dimenticatoio.

Un’occasione per cambiare rotta è sicuramente il Piano di sostenibilità 2025/2027 redatto da Green Office, organo che si dovrebbe occupare della transizione ecologica dell’Ateneo per raggiungere gli obiettivi UE di riduzione delle emissioni entro il 2030 e su cui Clima3T si focalizza con la proposta di inserirvi degli ambiziosi obiettivi di decarbonizzazione, dotati di baseline, piano procedurale di sotto-obiettivi, scadenze chiare, risorse necessarie, fonti disponibili e reperibili e un piano di monitoraggio.

Unitrento, in quanto istituto universitario e di ricerca di eccellenza, ha un altissimo potenziale d’impatto nella mitigazione climatica e può educare la comunità studentesca sull’importanza di agire, nonché fornire un modello di decarbonizzazione ad altre istituzioni ed enti, in particolare a quelli che fanno parte della Rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile (RUS) e dello European Consortium of Innovative Universities (ECIU).

Nonostante i buoni propositi dell’Ateneo i passi concreti sono stati pochi, come sottolinea la presidente dell’associazione Anna Castiglione: “Nell’esporre i nostri report e analisi sulle emissioni, così come per le risoluzioni proposte, abbiamo un approccio scientifico che è difficile da contrastare. Gli organi formali e istituzionali di Trento ci danno sempre “una pacca sulla spalla” e si complimentano con noi per quello che stiamo facendo, ma quando si tratta di prendere impegni concreti si pecca di pigrizia. Sembra quasi ci sia del menefreghismo e ci sentiamo presi in giro per questo continuo “paternalismo”: non c’è una promessa che venga portata a termine.”

Castiglione aggiunge che l’associazione auspicherebbe l’assunzione di una figura esperta come quella di un sustainability manager che si occupi in prima persona di queste tematiche, dato che il Green Office di Unitrento, che si dovrebbe curare della sostenibilità dell’università, sarebbe a parer suo estremamente disorganizzato e inefficiente, essendo formato da professori amministrativi che ci lavorano solo nei ritagli di tempo, vi dedicano un meeting ogni sei mesi e non rispondono a email e richieste degli studenti. L’Università ha adottato un piano di decarbonizzazione solo nel momento in cui sono stati i membri di Clima3T a presentarglielo.

In quanto a soluzioni concrete, come emerge dal report annuale, il team di Clima3T si dimostra molto propositivo. I suoi tre obiettivi principali (le famose 3T) sono: Trasparenza nel comunicare le emissioni, Trasformazione verso un’università più sostenibile e Trasmissione dell’educazione ambientale in ambito interdisciplinare. Alle spalle vi è un grande lavoro di ricerca e confronto con esperti, tecnici e professori universitari di ingegneria, con i quali sono state fatte delle proposte di tagli delle emissioni riguardanti il consumo di energia, il sistema di ristorazione, l’edilizia, i rifiuti e i trasporti. Per il settore energetico è stata proposta l’elettrificazione del riscaldamento (ossia la sostituzione delle fonti energetiche fossili con l’elettricità generata da fonti rinnovabili); in mensa si prospetta una maggiore offerta di pasti vegetariani e vegani, scarsamente impattanti a livello di emissioni, a discapito di quelli carnivori.

L’11 settembre Clima3T ha lanciato una manifestazione climatica in Piazza d’Arogno allo scopo di attirare l’attenzione del rettore e dell’amministrazione su queste tematiche. Dopo gli interventi delle varie associazioni e alcune brevi riflessioni in proposito, è seguita una seduta “straordinaria” del Senato Accademico, in cui gli studenti hanno ragionato sul ruolo delle istituzioni e della rappresentanza universitaria in merito.

Speriamo che questo intervento abbia smosso gli animi verso un’attuazione concreta dei patti presi di iniziativa da Unitn per la mitigazione climatica, e che questi non vengano solo incorniciati da belle parole.

Greta Bianchin

Foto di @annamaines_ph e “Clima3T”

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