Festival dello sport – Thomas Ceccon: la strada verso l’oro olimpico tra vittorie, sfide e riflessioni
Alla settima edizione del Festival dello Sport, evento che celebra i grandi atleti italiani e internazionali, il campione olimpico Thomas Ceccon ha condiviso la sua straordinaria esperienza. Vincitore dell’oro nei 100 metri dorso alle Olimpiadi di Parigi, Ceccon ha raccontato la sua crescita personale e professionale, soffermandosi sulle difficoltà dei momenti di gloria lungo il cammino. L’intervista, condotta da Stefano Arcobelli e Cristina Fantoni, ha messo in luce non solo il talento del giovane nuotatore, ma anche il suo lato umano e vulnerabile, mostrando come un atleta che ha raggiunto l’apice mondiale possa ancora affrontare sfide interiori.
LA SFIDA CONTRO IL CRONOMETRO E L’AUTO-PERFEZIONAMENTO
Nonostante la vittoria olimpica, Ceccon non è pienamente soddisfatto della sua prestazione. “Ho dovuto impostare una gara diversa dal solito perché i miei avversari passavano molto forte. Non sono stato perfetto, sento che avrei potuto fare meglio, anche se alla fine ho vinto l’oro” ha spiegato, rivelando il suo carattere perfezionista. “Sono molto critico con me stesso; devo capire esattamente dove ho sbagliato, così posso migliorare la prossima volta.” Si rammaricava infatti di aver nuotato al di sopra del suo record del mondo ( 51”60) e a tal proposito il tempo è un elemento cruciale per Thomas: “Il nuoto è uno sport crudele, perché tutto è legato al cronometro. Puoi vincere o perdere per un centesimo di secondo, e questo determina anni di lavoro.” Queste considerazioni riflettono il costante confronto con se stesso e il desiderio di migliorarsi, caratteristiche che lo contraddistinguono.
LA VITA NEL VILLAGGIO OLIMPICO
Le condizioni logistiche nel villaggio olimpico di Parigi non sono state ottimali per Ceccon, che ha avuto difficoltà a dormire. Tuttavia, grazie al fatto che ha gareggiato poco dopo essere arrivato, la stanchezza non ha influito negativamente sulle sue performance. Nonostante i disagi, l’atmosfera del villaggio era unica e stimolante: “Essere circondato dagli atleti più forti del mondo crea un clima speciale. C’era un senso di comunità, con momenti di svago come giocare a carte insieme.”
Un episodio speciale durante le Olimpiadi è stato il pranzo con il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Con la sua solita franchezza e un tocco di ironia, Ceccon ha raccontato l’incontro: “Il Presidente ci ha chiesto se ci avesse fatto perdere troppo tempo, e io, con sincerità, ho risposto di sì. Era poco prima delle mie gare, e ogni minuto di allenamento è prezioso.” Nonostante l’iniziale preoccupazione per il tempo sottratto alla preparazione, Ceccon ha apprezzato l’incontro, descrivendo Mattarella come una persona “alla mano e molto semplice”.
L’INCONTRO CON MICHAEL PHELPS E L’IMPORTANZA DELLA SALUTE MENTALE
Durante le Olimpiadi, Ceccon ha avuto l’opportunità di incontrare il suo idolo di sempre, Michael Phelps. “Da bambino guardavo sempre i suoi video. Mi ha sempre affascinato la sua capacità di nuotare in tutti e quattro gli stili” ha raccontato. Phelps ha rappresentato un modello non solo per le sue straordinarie capacità atletiche, ma anche per la determinazione che ha mostrato in vasca. Inoltre, Thomas ha anche affrontato il delicato tema della salute mentale nello sport, citando come esempio campioni come lo stesso Phelps e Caeleb Dressel. “Più vinci, più la pressione si fa sentire” ha spiegato, ammettendo di aver sperimentato una sorta di “down” mentale dopo la vittoria olimpica, ma di aver trovato nella routine la forza per riprendersi e continuare a migliorare.
LA SCELTA DEL NUOTO E IL SOSTEGNO DELLA FAMIGLIA
Ceccon ha raccontato i primi passi della sua carriera, spiegando come da bambino praticasse sia tennis che nuoto, finché la passione per l’acqua ha prevalso: “Mi sentivo molto a mio agio in piscina, così ho scelto il nuoto”. Da quel momento, non ha mai pensato di abbandonare questo sport, trovando soddisfazione nella ripetitività degli allenamenti: “La ripetitività è la chiave. Se vuoi migliorare, devi essere disciplinato e seguire un programma ben definito”. Inoltre, il suo successo è fortemente legato al supporto incondizionato della famiglia. I genitori lo hanno sempre sostenuto, anche quando, a soli otto anni, chiese di cambiare piscina, preferendone una più lontana da Schio, il suo paese natale, per trovare un ambiente più stimolante e allenatori che lo seguissero in modo costante. A 17 anni si è trasferito a Verona con sua madre per dedicarsi completamente agli allenamenti, un sacrificio che si è rivelato decisivo per la sua carriera: “Senza i miei genitori, non sarei qui. Quando a 8 anni ho chiesto di cambiare piscina perché l’allenatore non mi seguiva abbastanza, loro mi hanno supportato, anche se significava fare 50 minuti di viaggio per arrivare a Creazzo. Hanno sempre creduto nel mio sogno. Dietro il mio successo c’è tanto lavoro da parte della mia famiglia e degli allenatori”.
Parlando proprio del suo allenatore Alberto Burlina, Thomas ha espresso profonda gratitudine: “Sono stato molto fortunato a incontrarlo. Pensiamo allo stesso modo e ci troviamo bene nelle stesse cose, cosa non scontata, dato che ho un carattere piuttosto particolare. Questa sintonia ci ha portato a raggiungere grandi risultati. Il mio obiettivo era l’oro olimpico, e insieme abbiamo fatto sacrifici per raggiungerlo”.
UNO SGUARDO AL FUTURO
Dopo il trionfo olimpico, Thomas ha rivelato di sentirsi più leggero e di voler cambiare approccio. “Ora cerco di andare in piscina e trovare compagni che condividano i miei stessi obiettivi. Spero di avere la possibilità di far parte di un gruppo con cui confrontarmi e scambiare idee. In questo momento, sento il bisogno di rallentare la mia ossessione per la medaglia che ho appena conquistato. Dopo 8 anni di allenamento in solitaria ho bisogno di stare in gruppo.”
Nonostante il successo ottenuto, Ceccon ha ancora un sogno nel cassetto: “La mia gara dei sogni? I 50 metri delfino” ha rivelato, pronto ad affrontare una nuova sfida.
Attraverso un percorso caratterizzato da disciplina, sacrificio e costante ricerca della perfezione, Thomas Ceccon rappresenta l’esempio di un giovane campione che, nonostante il successo, continua a mettersi in discussione. Il suo racconto riflette l’immagine di un atleta consapevole delle difficoltà che il successo comporta, alla continua ricerca di un equilibrio tra miglioramento e benessere.
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