Non Supereroi, ma Campioni: Legnante, Tapia e Ganeshamoorthy al Festival dello Sport
Le Paralimpiadi di Parigi 2024 hanno regalato all’Italia tre ori indimenticabili nel lancio del disco e nel getto del peso, grazie a tre atleti straordinari: Assunta Legnante, Rigivan Ganeshamoorthy e Oney Tapia. Le loro storie, piene di forza, sacrificio e resilienza, sono state al centro di un momento emozionante durante il Festival dello Sport di Trento 2024, dove i tre campioni sono stati intervistati da Claudio Arrigoni, noto giornalista sportivo e grande esperto di sport paralimpico. L’intervista, ricca di momenti toccanti e riflessioni profonde, ha permesso di conoscere meglio il percorso umano e atletico di questi protagonisti, capaci di trasformare i propri limiti in straordinarie opportunità.
ASSUNTA LEGNANTE: IL RITORNO DA CAMPIONESSA NEL GETTO DEL PESO
Assunta Legnante è una leggenda del getto del peso, e a Parigi 2024 ha confermato il suo status conquistando il terzo oro paralimpico della sua carriera. Già campionessa a Londra 2012 e Rio 2016, la sua vittoria arriva dopo un periodo di riflessione e riscatto personale. Nell’intervista condotta da Arrigoni, Legnante ha raccontato: “Riprendermi l’oro a Parigi è stato per me un momento di grande rivincita. A Tokyo avevo conquistato due medaglie d’argento, una nel getto del peso e una nel lancio del disco, ma dentro di me non ero soddisfatta. Il getto del peso è sempre stata la mia specialità, quella dove ho sempre dato il massimo, e non riuscire a vincere l’oro mi ha lasciato con l’amaro in bocca.” Legnante, infatti, si è preparata per Tokyo in condizioni non ottimali, dovendo affrontare un grave infortunio al tendine d’Achille. “Preparare una Paralimpiade in soli quattro mesi, dopo un infortunio così serio, è stata una sfida enorme,” ha confessato durante il festival “A Parigi, mi sono ripresa quello che sentivo di meritare.”
Assunta è una delle poche atlete ad aver vissuto sia l’esperienza olimpica che quella paralimpica. Dopo aver perso la vista a causa di un glaucoma congenito nel 2009, ha abbracciato la carriera paralimpica: “Ho partecipato alle Olimpiadi di Pechino 2008 da vedente, ma dopo la perdita della vista ho trovato nel movimento paralimpico una nuova casa. Ciò che ho capito è che nello sport non ci sono differenze: conta solo la passione e l’impegno.”
Legnante, che durante le gare a Parigi indossava una mascherina con gli occhi della Gioconda, ha spiegato l’origine di questo simbolo: “Il progetto è nato con l’Accademia di Belle Arti di Bologna. Volevamo creare qualcosa che raccontasse la mia storia e rappresentasse l’Italia. Gli studenti hanno lavorato al design e abbiamo scelto la Gioconda per Parigi.”
ONEY TAPIA: UN MESSAGGIO DI PACE CON IL LANCIO DEL DISCO
Anche Oney Tapia ha avuto il suo momento di gloria a Parigi, conquistando l’oro nel lancio del disco F11. Tapia, originario di Cuba, ha perso la vista nel 2011 a causa di un incidente sul lavoro, ma non ha mai perso la determinazione che lo ha portato a diventare uno dei migliori lanciatori paralimpici al mondo. Durante il Festival dello Sport, Oney ha raccontato le sue difficoltà nel prepararsi per i Giochi di Parigi: “È stata un’emozione incredibile vincere questa medaglia d’oro, soprattutto dopo un anno molto difficile. È stato un periodo duro, ma grazie alle persone che mi sono state vicine, sono riuscito a rimanere in forma e a credere in me stesso.” Inoltre, durante le Paralimpiadi, Tapia ha voluto lanciare un messaggio universale di pace attraverso la sua mascherina, decorata con il simbolo di due mani unite. “Il mio messaggio è per tutto il mondo. Tante persone che combattono in guerra arrivano nel mondo paralimpico senza braccia o gambe. La mia mascherina simboleggia che abbiamo bisogno di più amore e meno violenza.”
Oltre tutto, Oney si è fatto notare anche per le sue doti canore, diventando famoso per aver cantato la canzone “Io vagabondo” dei Nomadi durante varie interviste. “Mi sento come un nomade,” ha spiegato “Ho attraversato tante difficoltà, ma non mi sono mai fermato.”
RIGIVAN GANESHAMOORTHY: UNA SORPRESA DA RECORD NEL LANCIO DEL DISCO
La grande sorpresa delle Paralimpiadi di Parigi è stata senza dubbio Rigivan Ganeshamoorthy, che al suo esordio internazionale ha conquistato l’oro nel lancio del disco F52. Non solo ha vinto, ma ha anche battuto per ben tre volte il record del mondo paralimpico nella stessa gara, con lanci di 25,48 metri, 25,80 metri e infine 27,06 metri. Rigi, durante l’intervista, ha raccontato a Claudio Arrigoni: “Non mi aspettavo di vincere. Il giorno prima della gara ero molto ansioso, e le condizioni non erano delle migliori. Ma una volta iniziata la competizione, sono riuscito a concentrarmi e a dare il massimo.” Dopo il successo, il suo rientro a casa nel quartiere di Dragona, a Roma, è stato trionfale: “Non pensavo che così tante persone fossero venute all’aeroporto per me. Mi hanno festeggiato così tanto che mi sono sentito ancora più nero di quello che sono!” ha scherzato. Rigi ha poi riflettuto su un post che ha condiviso su Instagram dopo la vittoria, in cui ha scritto: “Mi scambiate per un supereroe, ma non lo sono.” Un messaggio che è stato molto apprezzato dai suoi follower e che riflette la sua visione della vita e dello sport. “Forse molti ci vedono come eroi perché siamo disabili, ma la verità è che siamo atleti come tutti gli altri. Ci alleniamo, ci sacrifichiamo e lottiamo per i nostri sogni. Non c’è nulla di sovrumano in quello che facciamo.”
IL MESSAGGIO DI LUCA PANCALLI: LO SPORT COME RIVOLUZIONE CULTURALE
Durante l’intervista, è intervenuto anche Luca Pancalli, presidente del Comitato Italiano Paralimpico, che ha sottolineato quanto siano importanti i successi ottenuti a Parigi, non solo per lo sport, ma anche per la società nel suo complesso. “A Parigi abbiamo vissuto una grande impresa,” ha detto, “Assunta Legnante e Oney Tapia sono due monumenti del nostro sport, ma Rigi ha rappresentato la sorpresa di queste Paralimpiadi. Questi atleti non solo sono campioni, ma anche ambasciatori di un messaggio fondamentale: lo sport può cambiare il mondo.” Pancalli ha anche evidenziato i progressi fatti in Italia nell’integrazione degli atleti paralimpici, come l’inserimento nelle forze dell’ordine: “In un paese dove il 70% delle persone con disabilità è disoccupato, vedere atleti paralimpici arruolati nella polizia di Stato o nelle Fiamme Gialle è un segnale di grande speranza.” Per Pancalli, la vera rivoluzione culturale passa attraverso la normalizzazione della disabilità: “Non dobbiamo vedere gli atleti paralimpici come supereroi, ma come persone normali che affrontano sfide straordinarie. Lo sport può essere uno strumento potentissimo per abbattere le barriere culturali e promuovere l’inclusione.”
Concludendo, le storie di Assunta Legnante, Oney Tapia e Rigivan Ganeshamoorthy rappresentano perfettamente il potere trasformativo dello sport. Attraverso i loro successi, non solo hanno portato in alto il nome dell’Italia a livello internazionale, ma hanno anche lanciato messaggi di speranza, inclusione e pace.
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