Big 4 e trasformazione del mercato: storia, crescita e sfide future nel mondo della consulenza

Nel corso degli ultimi decenni, le Big 4Deloitte, PwC, EY e KPMG – hanno trasformato radicalmente il panorama della consulenza e della revisione contabile. Fondate nel contesto di un’economia in rapida espansione, queste società hanno saputo adattarsi e innovare, passando da semplici fornitori di servizi di audit a leader globali in consulenza strategica, gestione del rischio e soluzioni digitali.

L’articolo in essere esplorerà il loro percorso, analizzando come le sfide passate e le opportunità attuali stiano modellando il loro futuro, in un’epoca caratterizzata da trasformazioni tecnologiche e da crescenti aspettative da parte di clienti e investitori.

IL PASSATO: L’ORIGINE DELLE BIG 4.

La più antica di queste società, Deloitte, nasce nel 1845 a Londra, seguita, più di un secolo dopo, da KPMG nel 1987, Ernst & Young (EY, 1989) e PricewaterCoopers (PwC, 1998).

Le suddette società (KPMG, EY e PwC) in realtà erano già da molto tempo importanti attori nel panorama della consulenza, seppur frammentate in un numero maggiore di imprese più ridotte: inizialmente si trattava di società contabili tradizionali, focalizzate principalmente sui servizi di audit, supporters di grandi imprese nella fase di industrializzazione del ventesimo secolo.

È grazie ad un processo di fusioni e acquisizioni (M&A), realizzato negli anni ’80 del secolo scorso, che esse hanno guadagnato importanti posizioni nel mercato, fino a raggiungere l’attuale global market share che si aggira intorno al 40% nella consulenza e all’80% nell’audit in alcuni mercati, come in quello statunitense.

In tale contesto, dunque, le “vecchie” Big 8 (nel dettaglio: Deloitte; Price Waterhouse, ora parte di PwC; Coopers & Lybrand, ora parte di PwC; Klynveld Peat Marwick Goerdeler, ora parte di KPMG; Peat Marwick Mitchell, ora parte di KPMG; Arthur Young & Co, ora parte di EY; Arthur Andersen, fallita nel 2002) diventavano Big 4, portando con sé anche i primi dubbi e perplessità in materia di concorrenza: quale sarebbe stato, a questo punto, il bilancio tra la diversificazione dei servizi e la riduzione della competitività del settore?

IL PRESENTE: DIVERSIFICAZIONE E TRASFORMAZIONE DIGITALE.

A partire dagli anni 2000, forti di una posizione senza precedenti nel settore e consce dei cambiamenti che rapidamente stavano influenzando i mercati internazionali, le Big 4 hanno sviluppato la propria attività con una notevole diversificazione nell’offerta, rivelatasi fondamentale per il loro successo.

Attualmente, le società in questione vantano competenze nella consulenza strategica, legale e fiscale, offrendo dunque un portafoglio di servizi che spazia dalla redazione di analisi di mercato alla creazione di piani strategici per le aziende, implementando in contemporanea soluzioni digitali.

In una realtà in continua evoluzione, risulta vincente il modello di business delle Big 4, che hanno saputo reinventarsi in relazione ad una serie di fattori esogeni e fenomeni improvvisi, come proprio l’era tecnologica. Grazie ad investimenti mirati nelle tecnologie avanzate, tali aziende offrono un servizio di consulenza che ha come focus l’ottimizzazione dei processi e l’integrazione dell’AI per automatizzare le attività, migliorare l’efficienza e la capacità predittiva nei processi.

Nel panorama attuale, caratterizzato da una cruciale importanza dei dati – specialmente in ciò che concerne le decisioni a livello aziendale  –, le Big 4 riconoscono la necessità delle imprese di disporre di statistiche chiare e precise in funzione delle possibili future tendenze di mercato: in tale logica, dunque, operano offrendo servizi di data analytics volti ad un’efficace interpretazione degli stessi.

Nel medesimo scenario si inseriscono i diffusi fenomeni di fuga dei dati e minacce informatiche, ai quali le Big 4 reagiscono attraverso la proposta di pratiche specializzate in cybersecurity, così da garantire alle imprese la protezione delle proprie informazioni sensibili, in conformità con l’attuale regolamentazione.

L’impegno delle Big 4 nell’implementazione della trasparenza e della sicurezza nelle transazioni è dimostrato anche dall’esplorazione delle applicazioni della tecnologia blockchain, particolarmente in ambito finanziario e nei servizi di auditing.

IL FUTURO: SFIDE, INNOVAZIONE E NUOVI ORIZZONTI.

Come anticipato precedentemente, la dinamicità dei mercati si riflette oggigiorno anche nel settore della consulenza, con delle crescenti sfide cui le Big 4 devono far fronte quotidianamente per preservare la propria posizione nel contesto di appartenza: tra di esse, delle conseguenze non indifferenti sono apportate dalla crescente pressione regolatoria, che limita sempre più il raggio d’azione delle società di consulenza.

Inoltre, in che modo le Big 4 possono continuare a prosperare di fronte a un aumento della concorrenza e dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale? Questi interrogativi evidenziano le sfide significative che le principali società di consulenza stanno affrontando e dovranno affrontare in futuro.

Se da un lato, infatti, la leadership delle Big 4 è messa in discussione dalle piccole società di consulenza, che stanno guadagnando spazio grazie alla qualità dei servizi offerti a prezzi competitivi, dall’altro è necessario che i Consigli di amministrazione di Deloitte, PwC, EY e KPMG considerino l’impatto che nella propria attività d’impresa avrà in futuro in misura sempre più rilevante l’AI, studiando come adattarsi e sfruttando le innovazioni a proprio vantaggio.

La mia esperienza personale presso EDEM – Escuela de empresarios, ateneo dove ho avuto la possibilità di presentare la responsabilità sociale in Deloitte, mi ha permesso di esaminare proprio questo aspetto. In particolare, Deloitte ha avviato iniziative come “WorldClimate”, focalizzata sulla sostenibilità ambientale e sulla riduzione delle emissioni di carbonio nelle sue operazioni, e “WorldClass”, un progetto dedicato a combattere le disuguaglianze e a promuovere opportunità di apprendimento, con particolare attenzione a donne e giovani.

In base a tali considerazioni, si può trarre con sufficiente convinzione l’assunto che le Big 4 si siano fatte trovare pronte anche nel momento di adattamento del loro business ad un modello che esulasse dal mero ottenimento di un beneficio economico, bensì che assumesse come parte integrante della propria attività aziendale proprio la responsabilità sociale. L’interrogativo, però, sorge spontaneo: le Big 4 saranno sempre in grado di rispondere adeguatamente alle sfide della sostenibilità, oppure ci sono limiti intrinseci alla loro capacità di adattamento a tali esigenze?

In conclusione, si può affermare che le Big 4, forti del consolidamento della propria posizione di mercato dovuto all’esperienza e professionalità nel settore, possono essere considerate protagoniste indiscusse della scena della consulenza e revisione contabile a livello internazionale, punto di convergenza delle opportunità lavorative di carriere emergenti e di professionisti di alto livello.
Riusciranno a mantenere la loro leadership in un mercato sempre più competitivo, continuando ad essere motori di sviluppo ed innovazione?

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