INVERVISTA A MARCO DANIELI FERRI FRONT MAN DEGLI S.O.S (SAVE OUR SOULS) SUL NUOVO DISCO “MACTE ANIMO”
Giovedì 23 gennaio abbiamo avuto l’opportunità di parlare con Marco Daniele Ferri, frontman della band rock lombarda S.O.S Save Our Souls. Nata nel 1993, la band ha conquistato il pubblico con il suo rock autentico, suonando in numerosi eventi live e collaborando con artisti del calibro di Ligabue, Timoria, Massimo Volume e Daniele Silvestri.
Il loro percorso è costellato di successi: nel 1995 vincono il concorso Rock Targato Italia con il brano “Cuore”, mentre il secondo album, “Negli Occhi”, ottiene un notevole riscontro di pubblico e critica. Con il terzo album, “Parole” (1998), partecipano a festival di rilievo come il Neapolis Tuborg Festival, consolidando la loro presenza sulla scena musicale italiana.
Oltre alla musica, i S.O.S Save Our Souls si distinguono per il loro impegno sociale, promuovendo iniziative legate alla sicurezza sul lavoro e stradale. Progetti come il singolo “Ancora Vivere” (2018) e la miniserie “Nonostante tutto… Un viaggio tra musica e racconti” (2020) testimoniano il loro costante impegno verso temi di grande attualità.
In questa intervista, condotta su Google Meet dalla nostra corrispondente Federica Capitani, abbiamo avuto il privilegio di ascoltare in anteprima il loro prossimo album, ‘Macte Animo!’, un lavoro che affronta tematiche sociali cruciali come il diritto alla sicurezza sul lavoro e la prevenzione della salute. Durante la chiacchierata, abbiamo esplorato le ispirazioni dietro l’album e approfondito alcune delle canzoni che lo compongono.
F: Prima di tutto, ti ringrazio, Marco, per prendere parte a questa intervista. Cominciamo presentandoti ai nostri lettori e raccontando un po’ la formazione della band rock S.O.S.
M: Mi chiamo Marco Daniele Ferri, in arte Bruco, sono il fondatore, ideatore e front-man della band S.O.S (Save Our Souls), una band nata negli anni Novanta. È una band che suona rock italiano. I componenti attuali sono i fratelli Stefano e Mauro Guidi, rispettivamente batterista e bassista, Michele Coratella, che è il nostro chitarrista, e Gianfranco Zibetti, che suona le tastiere.
F: Parliamo del vostro nuovo album, ‘Macte Animo!’. Qual è l’ispirazione che ha guidato questo progetto?“
M: “Macte Animo!” è una locuzione latina che significa coraggio. Con questo album abbiamo il desiderio di riportare sulla scena musicale italiana il parlare della realtà circostante. In questi ultimi anni, il panorama musicale italiano ha trattato molto il mondo dei social e le tendenze che vengono riprodotte sulle piattaforme, che riproducono delle vite tutte patinate, tutte perfette, fatte di foto delle vacanze al mare, al ristorante, vite fatte di tanta ricchezza. Invece noi cerchiamo di riportare delle riflessioni sul mondo quotidiano, dove convivono molti momenti felici con altrettanti momenti difficili. Attraverso questa locuzione latina, “Macte Animo!”, abbiamo l’obiettivo di raccontare le situazioni difficili che affrontiamo. Questo album è un progetto musicale che è iniziato nel 2018 e in cui trattiamo due temi sociali centrali, la sicurezza e la prevenzione nel mondo del lavoro.
F: Perché avete scelto un titolo in latino per questo progetto?
M: Il latino mi ha sempre affascinato, fin dai tempi del liceo scientifico. È una lingua che fa parte della nostra cultura e della nostra storia. Inoltre, mia figlia è un’insegnante di lettere e appassionata di latino, e questo ha sicuramente influenzato la scelta.
F: Oltre a essere il frontman della band S.O.S, lei è anche il presidente della Confcooperative Lavoro e Servizi Lombardia; ci potrebbe fornire un quadro sull’evoluzione generale della sicurezza sul lavoro?
M: “Essendo presidente della federazione lombarda della Confcooperative Lavoro e Servizi, abbiamo condotto due studi, pubblicati nei report intitolati ‘Non Sicurezza, Quanto mi Costi?’. In questi studi, abbiamo analizzato i costi economici e sociali degli infortuni sul lavoro, che nel 2024 hanno raggiunto i 3,9 miliardi di euro in Lombardia. Questi costi derivano dalla limitazione dei budget destinati alla sicurezza, come la manutenzione degli impianti, le certificazioni, i DPI (Dispositivi di Protezione Individuale) e la formazione sulla prevenzione dei rischi.
Abbiamo anche esaminato le implicazioni di questi costi, suddividendoli in diretti, indiretti e immateriali, che colpiscono non solo le aziende, ma anche i lavoratori e la società nel suo complesso. I settori con il maggior numero di infortuni in Lombardia sono l’industriale e il terziario, con un aumento significativo in ambiti come la sanità (+44%) e l’amministrazione pubblica (+14%).
Purtroppo, anche quest’anno in Lombardia si sono registrati 121 decessi sul lavoro, un dato che riflette una situazione allarmante. Quest’anno a livello nazionale sono state registrate 1000 morti sui luoghi di lavoro… È fondamentale agire con tutti gli strumenti a nostra disposizione, dalla formazione tradizionale a metodi innovativi come la musica e il teatro, per creare una cultura della sicurezza che ancora manca. Spesso, infatti, comportamenti semplici come indossare la cintura di sicurezza vengono dati per scontati, nonostante possano salvare molte vite.”
F: Ho avuto il piacere di ascoltare alcune delle nove canzoni che comporranno il vostro album. Quella che ha solleticato la mia curiosità è la canzone “Giuda”. Ci potrebbe descrivere il tema di questa canzone e la scelta di questo personaggio biblico?
M: “La canzone ‘Giuda’ è una delle tre tracce che ho scritto per una graphic novel dedicata ai temi della sicurezza e della salute sul lavoro. Il brano esplora i momenti in cui, nella vita, tradiamo noi stessi, ignorando le buone pratiche di prevenzione che potrebbero proteggerci. Ad esempio, pensiamo a quanto sia semplice indossare un casco o seguire una procedura di sicurezza, eppure spesso queste azioni vengono trascurate.
Abbiamo scelto la figura di Giuda perché incarna perfettamente l’idea di tradimento e di rifiuto di mettersi in discussione. Nella canzone, cerchiamo di stimolare una riflessione: cosa succede quando non ragioniamo sulle conseguenze delle nostre azioni? Ecco che emerge la Bestia, che è un altro titolo di una delle canzoni dell’album.
Il messaggio che vogliamo trasmettere è che il cambiamento non è qualcosa di negativo, ma anzi, è necessario per migliorare. Dobbiamo imparare a metterci in discussione e ad adottare comportamenti responsabili. ‘Giuda’ è una delle mie tre canzoni preferite, insieme a ‘Occhi Aperti’, che è in assoluto quella che preferisco.
F: Queste tematiche si ripropongono anche nell’altra canzone, “Sono Colpevole”?
M: “La canzone ‘Sono Colpevole’ affronta il tema della fragilità umana e della difficoltà di superare momenti difficili, con un focus particolare sulla salute mentale. Questa fragilità l’ho vissuta in prima persona durante un periodo della mia vita in cui non riuscivo a superare le mie difficoltà. Mi chiudevo in me stesso, vivevo momenti di depressione e mi sentivo colpevole per qualsiasi cosa, allontanando le persone a me care.
Fortunatamente, ho deciso di intraprendere un percorso di psicoterapia, durato cinque anni, che mi ha permesso di guardare le cose in modo diverso. Questo percorso è stato fondamentale per me, non solo per superare le mie difficoltà, ma anche per capire che è possibile andare avanti nonostante gli ostacoli che incontriamo nella vita.
Nella canzone, cerco di trasmettere questo messaggio di speranza: anche nei momenti più bui, c’è sempre una via d’uscita. Parlare del mio vissuto è stato terapeutico, e spero che possa aiutare chi sta affrontando situazioni simili a trovare la forza per mettersi in discussione e cambiare.
F: Ci dice qualcosa di più su “Occhi Aperti”?
M: La sua composizione è stata una bella sfida. Come ti avevo anticipato questo progetto musicale inizia nel 2018, quando abbiamo iniziato a comporre un’altra canzone del nostro album “Ancora Vivere”, in cui trattiamo l’utilizzo del cellulare in strada e in automobile. Durante quella fase di composizione, l’amica Laura Volpe della Faraona Academy mi ha stimolato a scrivere una canzone che avesse un risvolto positivo, nel senso che ha il fine di dare un valore positivo al tema del mondo della sicurezza e della salute sul lavoro. Questo è il brano più rock di questo album, con delle influenze heavy metal. Questa canzone parla di una esperienza di near-death, delle esperienze non di incidenti sul luogo di lavoro, ma ravvicinate. La canzone racconta di una caduta dall’alto in cui a chi cade sembra di stare per morire, ma che alla fine si salva dall’impatto della caduta per aver indossato i dispositivi di sicurezza individuale. Mi piace molto questa canzone perché sono riuscito a declinare questa positività con una sonorità che è molto rock.
F: Ci potrebbe dare qualche informazione sull’uscita dell’album e sui prossimi eventi?
M: Per quanto riguarda la futura promozione dell’album, stiamo organizzando l’allestimento di un nuovo concerto con all’interno un percorso dedito alla tematica della sicurezza e della salute sul lavoro. Ma non è l’unico tema. Ad esempio, la canzone Terra è una canzone dedicata alla sostenibilità ambientale. Dobbiamo ancora definire le date, però sicuramente inizieremo da marzo a Milano.
Ringraziamo Marco per avere presto parte a questa intervista, non vediamo l’ora dell’uscita del prossimo album della band e di scoprire le date dei prossimi concerti degli S.O.S!