“Palestina: una ferita nel silenzio dell’Occidente”
Presentazione e discussione del rapporto di Amnesty International
Dal 7 ottobre 2023, la guerra in Palestina ha segnato una delle fasi più drammatiche della sua storia recente. Dopo l’attacco di Hamas contro Israele, la risposta militare israeliana su Gaza ha causato una distruzione deliberata e senza precedenti, rendendo inabitalibi intere zone della Striscia e scatenando, di conseguenza, una crisi umanitaria senza precedenti, che ha provocato migliaia di vittime civili. Mentre il conflitto continua a scuotere il Medio Oriente, una domanda resta sospesa: perché l’occidente rimane inerme di fronte a tale disumanità e continua a guardare altrove?
Per fare luce sulle violazioni dei diritti umani in Palestina e per approfondire le conseguenze sociali ed umanitarie del conflitto, il Consiglio Studentesco dell’Università di Trento, in collaborazione con Amnesty International, organizza l’evento “Palestina: una ferita nel silenzio dell’Occidente”. L’incontro sarà un’occasione per discutere e approfondire il report di Amnesty “Ti senti come un subumano: il genocidio di Israele contro la popolazione a Gaza”, il quale, basandosi su mesi di ricerche sul campo e da remoto, offre un’analisi con dati aggiornati fino a ottobre 2024, sullo stato di occupazione, il sistema di apartheid, le accuse di crimini internazionali e le politiche israeliane a Gaza dopo gli attacchi di Hamas del fatidico 7 ottobre. Amnesty ha esaminato gli atti di Isreale nella Striscia di Gaza, considerandone gravità, proporzione, impatto e soprattutto le conseguenze avute sull’inerme popolazione palestinese, alla quale sono state negate anche l’assistenza umanitaria e la fornitura di servizi e beni essenziali.
A offrire un quadro completo della situazione interverranno esperti di rilievo, che analizzeranno il conflitto e la crisi umanitaria da diverse prospettive. Sarà presente il portavoce di Amnesty International Italia, Riccardo Noury, che presenterà il rapporto e le principali evidenze sulle violazioni dei diritti umani nei territori palestinesi, mentre Marco Pertile, docente della Scuola di Studi Internazionali dell’Università di Trento, approfondirà gli aspetti giuridici e il quadro normativo internazionale. L’impatto sociale e umanitario della guerra sarà invece al centro dell’intervento della dottoressa Alice del Gobbo, ricercatrice della Scuola di Studi Internazionali presso l’Università di Trento. Infine, a sottolineare il ruolo della società civile e della solidarietà internazionale, interverrà Pier Franceso de Rinaldis Pandolfi, dell’associazione Pace per Gerusalemme.
Il dibattito si terrà venerdì 7 marzo dalle 15.30 al Palazzo Paolo Prodi (Via Tommaso Gar 14, Aula 007). L’ingresso all’incontro è libero, per favorire una discussione inclusiva e consapevole su un tema di rilevanza globale. Il Consiglio Studentesco promuove questo incontro per offrire un luogo di confronto libero e informato, uno spazio di riflessione basato sui dati e sui fatti, per permettere a tutti di approfondire e comprendere meglio una crisi di tale portata e per affermare il diritto di informarsi ed esprimersi su un conflitto che coinvolge direttamente tutta la comunità internazionale.
Commento di Daniela Marchetti, rappresentante degli studenti e delle studentesse in Senato Accademico:
L’evento, organizzato dal Consiglio Studentesco in collaborazione con Amnesty, riveste un’importanza fondamentale non solo per le tematiche trattate e il modo in cui le si tratta, ma soprattutto perché si svolge all’interno degli spazi universitari, grazie al sostegno che siamo riusciti ad ottenere dal Senato Accademico. Per la prima volta, infatti, il dibattito su un tema sociale così rilevante e allo stesso tempo ignorato a livello politico sia ospitato negli spazi dell’Università e sia pubblicizzato dalla stessa.
Il nostro Ateneo non può essere solo un luogo di studio, ma deve anche promuovere il dibattito e il confronto costruttivo, incentivando la crescita e lo sviluppo dello spirito critico della comunità studentesca. Sostenere un dialogo costante su tematiche impattanti come questa deve essere parte integrante della missione educativa e culturale di un’Università che sia davvero libera e che voglia farsi promotrice degli ideali di pacifismo, rispetto reciproco e solidarietà.