Co.Scienza: il primo festival di scienza e divulgazione a Trento

Co.Scienza è il primo festival sulla scienza e la divulgazione nella città di Trento, organizzato interamente dalle studentesse e dagli studenti delle associazioni UNITiN e Open Wet Lab. L’iniziativa nasce dalla condivisa intenzione di fare della scienza un festival.

Il festival rappresenta un punto di riferimento per chi è appassionato di scienza e desidera avvicinarsi a temi innovativi, presentati in modo accessibile e coinvolgente. Attraverso conferenze, workshop e attività interattive, Co.Scienza mira a stimolare il pensiero critico e a promuovere un dialogo aperto tra scienziati, studenti e la comunità locale. L’evento si distingue per il suo impegno nella divulgazione scientifica, cercando di rendere la scienza un tema di interesse per tutti, non solo per gli esperti del settore.

Abbiamo avuto il piacere di intervistare Filippo Zanei, uno degli organizzatori del festival, che ci ha raccontato gli obiettivi e la filosofia alla base di Co.Scienza

Qual è la missione principale di Co.Scienza e come si è evoluta nel tempo? Quali sono gli obiettivi che vi ponete?
La nostra missione principale è avvicinare i giovani, la città e la scienza, affinché tutti possano acquisire maggiore consapevolezza scientifica. Il progetto ha preso vita nel 2018 grazie alla collaborazione tra le associazioni UNITiN e Open Wet Lab. È nato all’interno dell’Università di Trento con l’obiettivo di creare un ponte tra l’ateneo e la città, due realtà che, nonostante la forte presenza universitaria, spesso risultano distanti.
Negli anni siamo cresciuti ed evoluti. Essendo tutti studenti universitari o neolaureati alle prime armi, non avevamo grandi competenze iniziali, ma con il tempo siamo riusciti a ottenere sempre più notorietà e credibilità.
Durante le scorse edizioni abbiamo avuto l’onore di ospitare per esempio l’astronauta Paolo Nespoli, e Adrian Fartade, noto divulgatore scientifico e youtuber. Inoltre, molti professori e professoresse, ricercatori e ricercatrici dell’Università di Trento, hanno partecipato al festival.
I nostri obiettivi principali sono diffondere la cultura scientifica, promuovere il pensiero critico e mostrare l’importanza della ricerca. Spesso la scienza viene percepita come qualcosa di astratto, fine a sé stesso, ma in realtà produce innovazioni e benessere di cui tutti beneficiamo. Basta pensare all’evoluzione dei computer, degli smartphone e di tutte le tecnologie che utilizziamo quotidianamente.
Uno dei nostri intenti è far comprendere che il lavoro svolto all’interno dell’università ha un impatto concreto e può migliorare la vita di tutti. Per questo, il festival si propone come ponte tra il mondo della ricerca e la cittadinanza.

Qual è il pubblico principale del festival e come cercate di coinvolgere diverse tipologie di persone?
Il nostro pubblico principale è costituito dagli studenti universitari, ma l’obiettivo a lungo termine è ampliare il coinvolgimento e creare un collegamento tra l’università e la città.
Quest’anno abbiamo introdotto i livelli di sfida per rendere gli eventi più accessibili a tutti e permettere ai partecipanti di sapere in anticipo cosa aspettarsi. La scienza non dovrebbe essere vista come un tema elitario, ma come un argomento di interesse comune.
Un segnale positivo è la crescente partecipazione del pubblico cittadino, in particolare nell’ultima edizione del festival. Speriamo che questo trend continui anche in futuro.

Come scegliete i panel e i vari relatori del festival? C’è un filo conduttore o un tema che li possa collegare?
Abbiamo scelto di non adottare un tema fisso, perché avrebbe limitato le possibilità di scelta e la varietà degli argomenti trattati. Ogni anno il team organizzativo cambia: poche persone restano in modo continuativo, mentre molti nuovi volontari portano idee fresche e interessi diversi. Per questo motivo, preferiamo non seguire un trend del momento, ma valorizzare la scienza in tutte le sue sfaccettature.
Ogni volontario ha la possibilità di proporre idee e, se tutto va a buon fine, portiamo gli ospiti suggeriti al festival.

C’è qualche momento o evento che ti emoziona particolarmente in questa edizione del festival?
No, perché sono tutti eventi interessanti!
Tuttavia, il ritorno della Notte al MUSE è un’occasione speciale: un evento unico che permette di vivere il museo a 360 gradi, compreso il pernottamento al suo interno. Abbiamo riservato un prezzo ridotto per gli under 26, in particolare per gli studenti universitari. È un’esperienza magica e rara. Ci sono ancora alcuni posti disponibili, quindi affrettatevi: quest’anno c’è, l’anno prossimo chissà!
Abbiamo poi tanti altri eventi, come Geopop e Avvocato dell’Atomo, a libero accesso, ma consigliamo di arrivare presto per trovare posto.
Inoltre, organizziamo attività come la raccolta dei rifiuti all’Orrido di Ponte Alto. Insomma, ce n’è per tutti i gusti e per tutte le età! Anche solo per passare una serata in compagnia davanti a una birra: per questo vi aspettiamo alla Bookique.

Come vedete il futuro di Co.Scienza? Avete progetti di espansione o nuovi sviluppi in mente?
Ogni anno il festival è in continua evoluzione. Il nostro obiettivo è consolidarlo come un punto di riferimento non solo per gli studenti universitari, ma anche per la città di Trento. Vogliamo creare un’occasione in cui tutti possano avvicinarsi alla scienza e conoscere le attività svolte all’interno dei centri di ricerca locali.
Per quanto riguarda il futuro, vedremo! Per ora ci concentriamo su questa edizione, con la speranza che sia un grande successo.

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