“Il Metodo Infallibile”: matematica dell’azzardopatia, con Federico Benuzzi

In questo articolo si parla di dipendenza patologica dal gioco d’azzardo. Se tu o qualcuno che conosci ha bisogno di aiuto, puoi contattare il Telefono Verde Nazionale al numero 800 558822. È attivo dalle 10 alle 16 dal lunedì al venerdì.

Il 24 marzo 2001, il campione di baseball degli Arizona Diamondbacks Randy Johnson scende in campo contro i San Francisco Giants. È uno dei 24 atleti nella storia del baseball americano ad aver compiuto un  “perfect game”: ha vinto una partita interamente da solo. In 22 stagioni Randy Johnson ottiene 303 vittorie.

Il momento per cui passa alla Storia, però, è una frazione di secondo di quella partita del 24 marzo 2001. Johnson lancia una palla perfetta. Mentre viaggia in aria a 160 chilometri orari, all’improvviso, si ferma. Cade a terra. Intorno, un’esplosione di piume. Accanto alla palla, sul prato dello stadio, il corpo di un uccello. A 160 chilometri orari, la palla di Randy Johnson ha colpito un piccione. Quante probabilità ci sono che una cosa del genere accada, nell’arco di una vita, persino per chi di lavoro gioca a baseball? Sembra impossibile, ma non lo è. Si definisce “altamente improbabile”. Con queste esatte parole si definiscono le chance di vincere nel gioco d’azzardo: la probabilità di vittoria al SuperEnalotto è una su 622.614.630.  Passare la vita a giocare al SuperEnalotto, allora, è come passare la vita a lanciare palline con una mazza e sperare che queste colpiscano un piccione. 

Con questo e con altri sei aneddoti, in occasione del festival Co.Scienza, Federico Benuzzi ha raccontato la matematica del gioco d’azzardo all’interno del suo spettacolo “Il Metodo Infallibile”. Nel suo spettacolo conferenza, il professore e attore Benuzzi prova a far luce sulle dinamiche psicologiche e matematiche dietro alla ludopatia. Indubbiamente, sottolinea lui stesso, è ironico trovarsi a parlare di ludopatia in un Paese in cui, secondo l’articolo 718 del Codice Penale, il gioco d’azzardo è vietato. Eppure è necessario farlo: se questo problema oggi esiste è anche perché la legge considera comunque leciti slot machines, gratta e vinci, SuperEnalotto e molti altri giochi a soldi. La quantità di denaro che ogni giocatore versa nell’arco della sua vita, proprio perché la vittoria è altamente improbabile, è quasi sempre superiore a quella che vince. Per ogni euro inserito in una slot machine da bar, per esempio, un giocatore in Italia perde in media 32 centesimi. Il funzionamento delle slot machine è frutto di studi psicologici. Funzionano grazie alle “quasi vittorie”: tirando la leva, spesso capita che appaiano sullo schermo due simboli uguali su tre. Questo spinge chi gioca a pensare che la vittoria sia vicina, e motiva a inserire altro denaro nella macchinetta. . Insieme all’accessibilità e alla popolarità di gratta e vinci e slot machines, le “quasi vittorie” favoriscono la dipendenza. 

Il termine “ludopatia”, secondo Benuzzi, è fuorviante: la radice “ludo” riconduce la malattia all’attività del gioco, parola che però non descrive in modo adeguato il gioco d’azzardo. Si tratta infatti, specie nel caso delle slot machines, di un’attività nociva fin dal primo istante, dispendiosa e spesso priva di interazioni umane. Benuzzi propone infatti il termine “azzardopatia”: per cambiare la relazione tra persone e gioco d’azzardo, bisogna cambiare prima di tutto il linguaggio con cui se ne parla. 

L’azzardopatia — in italiano, per ora, ludopatia — è riconosciuta dallo stato italiano come malattia. Per questo è possibile curarsi o chiedere aiuto in modo gratuito in ogni regione. Per quanto esista una rete di servizi accessibili, la dipendenza dal gioco in Italia è ancora un problema in peggioramento. Si stima che nel 2023 la spesa pro-capite in gioco d’azzardo sia stata pari a 1926 euro, con una spesa totale di 150 miliardi di euro. Tra i più vulnerabili di fronte a questo rischio ci sono i giovani, soprattutto da quando esiste la possibilità di connettersi in ogni istante a casinò online e scommettere grandi somme. Nel mondo delle scommesse digitali, inoltre, l’assenza di banconote o monete fisiche rende più difficile diventare consapevoli della quantità di denaro speso. Il tema del gioco d’azzardo è poi al centro del dibattito politico, ultimamente, perché la Commissione Cultura al Senato ha approvato la risoluzione che abolisce il divieto di pubblicizzare siti di gioco d’azzardo. Il divieto, introdotto nel 2018, è formulato in modo tale da impedire la pubblicità di siti dedicati esclusivamente alle scommesse.

Così, molti siti inizialmente dedicati solo al gioco d’azzardo hanno cambiato nome e aggiunto una sezione dedicata alle news sportive: consentono ancora di scommettere, ed è comunque possibile pubblicizzarli.

La politica nel monologo di Benuzzi è centrale, a partire dal ruolo dei cittadini, che devono prestare attenzione a come Stato e amministrazioni locali scelgono di trattare il gioco d’azzardo (e ricordarsene quando votano). Con grande ironia, lo spettacolo di Benuzzi è capace di far luce su un tema spesso trascurato ma sempre più rilevante. Il pubblico che esce dalla sala dopo  “Il Metodo Infallibile” non è solo divertito, è soprattutto più consapevole.

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