Hydra’s Anatomy – intervista all’E-Agle Trento Team Racing

Il team alla presentazione di Hydra, l’ultima monoposto proposta (ig: @eagletrt)

Quasi dieci anni di attività, oltre novanta studenti che vi gravitano attorno: l’E-Agle Trento Racing Team è una realtà consolidata nel mondo locale – universitario e non – la mission è quella di produrre una monoposto – “stile F1” – puntando sulle energie rinnovabili. Tra competizioni, nazionali e non, li abbiamo intervistati prima dell’evento “Hydra’s anatomy – come si progetta una monoposto di Formula Student”.

Durante la scorsa edizione di Co.scienza siete stati protagonisti con ben due eventi – “Aerodynamics for Dummies” e “The Engineering Process”. Cosa è cambiato per l’officina a distanza di un anno. Tra traguardi tagliati, progressi?
Sicuramente l’estate scorsa siamo scesi in pista con la macchina più competitiva che la nostra squadra abbia mai avuto: abbiamo ottenuto nuovi record personali in acceleration e skidpad, oltre a essere stati l’unico team italiano a completare l’endurance a FSG, tra l’altro svolta in condizioni di pioggia.

Come potrai ben immaginare l’ambiente della formula student è molto dinamico e tante cose cambiano in fretta. Una delle sfide maggiori, oltre a costruire un veicolo da corsa, è proprio il turnover che avviene nella squadra. La permanenza media di un membro è di circa 2 anni, infatti mai come quest’anno abbiamo dovuto dedicare molte energie per promuovere l’attività del team all’interno dell’università per farci conoscere e per selezionare i nuovi candidati.

Subito dopo abbiamo cominciato la fase di progettazione del nuovo veicolo, passo quasi obbligato  dal momento che quello precedente era arrivato al suo “limite” e l’unica soluzione era ripartire da zero. Ci siamo quindi trovati tutti insieme in officina per decidere i nostri obiettivi, come misurarli e abbiamo poi cominciato a progettare soluzioni per poterli raggiungere. 

In questo momento il design della macchina procede a pieno regime e ci stiamo impegnando per finirlo a Luglio, quando presenteremo il progetto completo alla prima gara in Svizzera.

Il tema centrale dell’evento è stato dedicato al come si progetta una monoposto da Formula Student: ci raccontereste in breve qual è il processo da seguire per realizzarla?
Una volta definiti gli obiettivi del team, il processo di progettazione è diviso in due parti: la fase divergente e la fase convergente. Nella prima cerchiamo di essere il più creativi possibili, proponendo tutte le soluzioni che ci vengono in mente senza preoccuparci della fattibilità. Questo ci permette di esplorare un campo molto ampio di alternative, che vengono valutate con occhio più critico nella fase convergente. A questo punto andiamo a confrontare le varie proposte con calcoli e simulazioni per trovare quella più performante, “convergendo” sulla scelta migliore. Una volta finita la fase di progettazione si “congelano” i disegni per poterci concentrare sulla produzione vera e propria del veicolo, dove la maggior parte delle lavorazioni viene fatta nella nostra officina, ma una parte di esse richiedono macchinari particolari e quindi ci affidiamo ad aziende esterne.

Per quanto riguarda le competizioni che affrontate: come avviene la selezione da parte vostra? Inoltre, come vengono affrontate nel concreto?
Il primo passo per poter partecipare alle gare è superare dei quiz, per poter accedere all’iscrizione della gara. Questo viene fatto perché alcune gare hanno spazi limitati e non tutti i team potrebbero partecipare. 

Solitamente i quiz si svolgono a fine gennaio e in base ai risultati scegliamo a quali gare partecipare, principalmente in base al prestigio e ai costi di trasporto e campeggio. Ad esempio la gara più prestigiosa in Europa è quella in Germania, FSG, mentre ad esempio fare la gara in Inghilterra sarebbe molto più complicato dal punto di vista logistico.

Arrivata l’estate un gruppo selezionato di membri, i più esperti nella gestione del veicolo,  parte per una settimana: nei primi giorni vengono fatti gli eventi statici (ispezioni tecniche, engineering design, cost report e business plan) e negli ultimi (generalmente nel weekend) le prove dinamiche su pista (acceleration, skidpad, autocross e endurance).

Si parla spesso di una forte crisi dell’associazionismo, per presenze, volontà, impegno… Qual è, dalla vostra prospettiva, il segreto per mantenere a pieno ritmo un insieme di sei sottogruppi di diverse discipline?

Come avrai capito anche noi siamo in fondo un gruppo di volontari, legati da una forte passione per il progetto e per il motorsport in generale, e non siamo esenti da problemi da quel punto di vista, soprattutto negli ultimi anni. Devo dire però che l’esperienza che la formula SAE offre è unica e di altissimo valore, riconosciuto specialmente da aziende del mondo automotive. 

Poi essendo sempre a stretto contatto si costruiscono stretti legami tra i membri, diventando così un gruppo unito non solo dalla passione ma anche dal divertimento che mettiamo nel portare avanti il progetto, dove ognugno di noi si impegna il più possibile per portare in pista una macchina sempre più competitiva. Questo fa sì che chi entra in squadra lo fa mettendoci tutto l’impegno possibile

Fenice, Chimera, Hydra e… Cosa verrà poi? Possiamo chiedervi un’anticipazione?
Purtroppo non possiamo rivelare molto. Postiamo gli aggiornamenti più importanti sui nostri social Instagram e Linkedin (@eagletrt)

Parlando di futuro: quanto il progresso tecnologico gioca un ruolo nel vostro progetto? Quanto è impegnativo tenere il passo, da studenti che progettano su di un modello identico a quello di una filiera, alle nuove possibilità del mondo digitale? 

Naturalmente siamo obbligati a stare al passo con tutte le novità tecnologiche per avere la possibilità almeno di competere alla pari con i team migliori, infatti spesso innovare non ti mette in vantaggio, ma al massimo allo stesso livello degli altri team. Anche le gare si adattano ai cambiamenti: a partire dall’anno scorso è stata eliminata la categoria delle auto a combustione, lasciando solo quelle ibride ed elettriche, riflettendo quindi la politica di mobilità elettrica dell’Unione Europea. Tra l’altro proprio qualche mese fa si è cominciato a parlare di una possibile categoria con celle a idrogeno, che probabilmente si concretizzerà tra qualche anno, dato che la sfida è molto più complessa e questo tipo di combustione comporta molti più rischi per quanto riguarda la sicurezza.

C’è anche un interesse delle principali aziende automobilistiche, che sono tra i più grandi finanziatori della formula student, a seguire il “vero” mercato. Infatti molti ex-membri di squadra vengono assunti, una volta laureati, dalle aziende stesse, che sono quindi interessate a offrire sfide al passo con i tempi e che possono anche sviluppare le competenze richieste davvero nel mondo del lavoro.

(Foto dal profilo Instagram dell’E-Agle. Le domande sono state poste a Lorenzo Baldessarini, responsabile dell’area dynamic and control (DMT), ed a Luca Zanolini, anche lui responsabile, dell’area di meccanica (MT))

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. Maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi