Femminismo non è una parola che piace. E l’aggettivo da cui deriva, femminista, non è solitamente attribuito elogiativo. Tutt’altro. Personalmente, per anni al termine femminista non ho associato altro che l’immagine di una professoressa del liceo, che dicevano essere femminista per via del suo taglio
Trento, 9 maggio. La stanza è piena. Tanto piena che ad un certo punto ci comunicano che l’evento continuerà in aula 1, al pian terreno. Non se la aspettavano nemmeno loro, tutta quella gente. Eppure non sono stati solo professori e rappresentanti delle istituzioni a prendere
Due corpi, nudi, accovacciati sul pavimento, aspettano di entrare in azione. Li intravedi appena sotto un lenzuolo di nylon. Davanti, un posacenere e una sigaretta che aspetta di essere accesa. A lato, un borsone da palestra. Niente scenografie stratosferiche, nessun effetto pirotecnico. Lo sfondo: nero.
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