Solo di cordata: il ritratto di un uomo
TRENTO. K2, estate 1986. Renato Casarotto, uno dei più forti alpinisti italiani allora in circolazione, cade in un crepaccio ai piedi dell’imponente vetta, dalla cui scalata aveva deciso di desistere. Morirà poche ore dopo. Si spegne così, quasi per un enorme scherzo del destino (le difficoltà